Estetica

I filtri social e gli effetti della bellezza irreale

L'immagine mostra una ragazza mentre si scatta un selfie. Se da un lato i social hanno trasformato i più comuni inestetismi in peculiarità da esibire con orgoglio, grazie alle campagne body positive, dall’altra hanno contribuito a far interiorizzare ideali estetici utopici: sempre più persone oggi si rivolgono a chirurghi plastici e medici estetici chiedendo di acquisire canoni di bellezza stereotipati e non necessariamente allineati alla loro fisionomia.

L’uso eccessivo dei filtri di bellezza social contribuisce a disturbi da dismorfismo corporeo, generando perenne insoddisfazione e frustrazione rispetto al proprio aspetto reale. Se da un lato si abbracciano campagne body positive, dall’altro si cerca di adottare ideali estetici irrealistici, spingendo molte persone a ricorrere a interventi estetici.

La crescita dell’utilizzo dei social media e degli strumenti di editing fotografico ha portato a un impatto significativo sulla percezione del proprio aspetto e sull’autostima. L’incessante confronto con le immagini idealizzate su questi canali sta spingendo sempre più persone a cercare soluzioni estetiche immediate, spesso senza risultati soddisfacenti. 

Specchiarsi nello schermo del cellulare, vedere tutti i difetti del mondo e sentirsi brutti. È quella che ormai viene definita «dismorfia digitale», la preoccupazione per qualsiasi minima e/o presunta imperfezione quando finisce nell’arena dei social network e che invoglia a usare uno dei tantissimi filtri digital per ritoccare i lineamenti e scattare il selfie perfetto.

Ecco, è proprio in questo contesto che l’estetista è chiamata ad adottare un approccio olistico che consideri la componente psico-emotiva e promuova una visione equilibrata della bellezza, educando i clienti al rispetto del proprio corpo.

 

I filtri social e il disagio psicologico

Tik tok e Instagram offrono una vasta gamma di filtri per togliere segni e macchie dell’età, avere pelli liscissime, colorate e luccicanti, occhi di colore diverso, labbra più piene, lentiggini o colorito diverso e profili simmetrici. Basti pensare che il filtro “Bold Glamour” di Tik Tok ad oggi è stato utilizzato oltre 15 milioni di volte.

Bombardate costantemente da immagini più o meno ritoccate, di cui si fruisce ogni giorno sui social media, molte persone ogni giorno si sentono, come si può immaginare, inadeguate. Inoltre, l’uso dei filtri di abbellimento di default secondo gli esperti può causare dei disturbi da dismorfismo corporeo, ovvero un’insoddisfazione costante rispetto alla propria immagine. 

Se da un lato i social hanno trasformato i più comuni inestetismi in peculiarità da esibire con orgoglio, grazie alle campagne body positive, dall’altra hanno contribuito a far interiorizzare ideali estetici utopici: sempre più persone oggi si rivolgono a chirurghi plastici e medici estetici chiedendo di acquisire canoni di bellezza stereotipati e non necessariamente allineati alla loro fisionomia. Gli studi dimostrano che la maggior parte dei pazienti si rivela insoddisfatta dei risultati raggiunti con la chirurgia; se soddisfatti, invece, il focus si sposta poi su un’altra zona del corpo, nella ricerca ossessiva della perfezione. 

 

L'immagine mostra il prima e il dopo di una Tik Toker con il filtro Bold Glamour.

Si chiama Bold Glamour ed è un filtro bellezza che sta riscuotendo un’enorme popolarità su TikTok. Il motivo? Riesce a levigare la pelle del viso, a rendere più carnose le labbra, ad eliminare brufoli o macchie, ad alzare l’arcata delle sopracciglia e a truccare.

 

Sfuggire alla trappola delle aspettative irrealistiche dei filtri social

Gli studi finora realizzati, se da un alto mettono in luce i problemi di autostima e di percezione negativa del proprio corpo causate dall’utilizzo compulsivo delle piattaforme, dall’altra evidenziano le conseguenti richieste assurde ed esasperanti da parte dei clienti, che pretendono dagli specialisti del settore estetico di ricevere servizi non corrispondenti ai bisogni oggettivi e di ottenere risultati immediati. 

Nell’approfondire le mie ricerche, ho voluto confrontarmi con delle professioniste del settore, che da sempre adottano un approccio globale alla persona, per chiedere loro come affrontano situazioni di questo tipo. Una di queste, Giuliana Botter, titolare di Boutique Jeunesse, in qualità di estetista e counselor responsabile e corretta, mi racconta che la sua etica l’ha portata a saper rinunciare a diversi clienti, facendo delle scremature fin dalle fasi consulenziali.  “Nel momento in cui ci sentiamo ingaggiate in operatività che non rientrano nel nostro sistema valoriale- spiega Giuliana- per noi è necessario dire di no.” 

Dalla mia chiacchierata con Giuliana, è emerso un fattore con cui lei stessa si è dovuta scontrare spesso: quello delle tempistiche. “Le persone che hanno aspettative irrazionali pretendono anche tempi ridotti, poche sedute. Praticamente, il miracolo.”

Anche il nostro settore ha contribuito a generare l’illusione del tutto e subito, attraverso messaggi fuorvianti, proposte mirabolanti, specie sulla risoluzione di un inestetismo in percorsi brevissimi o attraverso l’applicazione di un cosmetico in poche settimane. Tutto ciò ha generato la pretesa da parte del pubblico di conseguire dei risultati nell’immediatezza, senza disciplina, grazie all’impegno esclusivo dell’esperto. 

L’idea di bellezza femminile è il miglior schema di marketing al mondo: quale modo migliore per fare business che far sentire inadeguata metà della popolazione e poi venderle la soluzione? 

“In controtendenza- spiega Giuliana- noi partiamo dal presupposto che la cliente è già bella così e che il percorso la farà stare meglio, la porterà ad amarsi e a ritagliarsi del tempo per se stessa.” 

Il team di Giuliana ha constatato che il cliente con cui si instaura un rapporto continuativo nel tempo è quello che si percepisce diversamente non solo dal punto di vista estetico, ma anche mentale. 

Questa è la tipologia di clientela su cui lei e il suo personale hanno puntato, e che proviene da una dettagliata consulenza conoscitiva, quale premessa imprescindibile alla presa in carico dei programmi specifici. “È impossibile approcciare al corpo se non ci si approccia alla storia della persona e alla sua unicità. L’obiettivo per noi è anzitutto quello di educare il cliente ad entrare in contatto con i suoi reali bisogni.”

 

Una società ossessionata dalla perfezione: l’approccio olistico per promuovere il benessere e l’autostima

L’approccio olistico considera il benessere psicofisico dell’individuo, integrando vari aspetti di salute e bellezza. Le professioniste del settore che adottano questo approccio educano i clienti a mettere ordine gradualmente, per ritrovare nel tempo benessere e armonia. Questo approccio integrato porta a risultati duraturi e sostenibili, evitando l’illusione del “tutto e subito”.

Per stabilire i percorsi cabina più adatti, si deve tener conto dell’impatto che l’ambiente ha sulla pelle, lo stress ossidativo a cui la persona è esposta, lo stile alimentare e la skincare routine. Considerato che, statisticamente, una persona trascorre circa sei ore connessa a internet (di cui due ore e mezza dedicate ai social network), nella definizione degli obiettivi da perseguire, oggi è necessario tener conto anche del condizionamento che i social hanno sulla percezione di sé del cliente.

Si sa, il corpo delle donne è stato sempre terreno di battaglia e di conquista: dalle fasciature dei piedi subite dalle bambine cinesi per ottenere il piede di loto, che impediva loro perfino di camminare senza soffrire atrocemente; attraverso il corsetto di epoca vittoriana, che, a favore di un punto vita sottilissimo, non solo impediva lo sviluppo dei polmoni, ma causava anche il dislocamento di intestino e stomaco. Pressate ogni giorno da una miriade di input che suggeriscono l’esistenza di un ideale del quale non sono all’altezza, ancora oggi le donne non sono al sicuro. Il 90% delle donne che hanno partecipato a un sondaggio condotto dalla rivista Glamour ha ammesso di avere quotidianamente almeno un momento di odio per il proprio corpo (M.J. Crabbe-Body Positive-2017).

Adottare un approccio olistico significa quindi ricercare un equilibrio che possa migliorare la qualità di vita della persona. Perché la bellezza non è una formula matematica e ogni individuo è unico e speciale a modo suo. 

In una società in cui ci si sente al sicuro solo conformandosi a modelli estetici precostituiti, l’estetista ha il compito di sostenere e valorizzare l’autenticità del singolo. Partendo dalla storia del cliente, si può instradare al rispetto del proprio corpo, senza cadere nella trappola ossessiva del perfezionismo.  

Diventa dunque importante riconoscere i clienti con aspettative irrazionali e comunicare in modo chiaro quando i desideri non sono compatibili con i risultati possibili.

 

Conclusione

In una società ossessionata dalla perfezione, gli estetisti hanno il ruolo di sostenere l’autenticità e il rispetto del proprio corpo. L’approccio olistico considera l’individuo nella sua completezza, promuovendo una visione sana e equilibrata della bellezza. Educare i clienti alla consapevolezza dei loro bisogni reali e valorizzare la loro autenticità è il primo passo per sfuggire alla trappola delle aspettative irrealistiche. L’obiettivo finale è aiutare ogni individuo a sentirsi bene nella propria pelle, senza la necessità di filtri o ideali estetici irreali.

Ps: ricordiamoci che i social non vanno demonizzati, anzi possono essere uno straordinario strumento di comunicazione. Al giorno d’oggi infatti possedere delle pagine social nel mondo dell’estetica è essenziale. Ma lo è ancor di più tenerle aggiornate e ben curate. Clicca qui per scoprire come curare al meglio le proprie pagine social!

Articolo pubblicato nella rivista di Les Nouvelles Esthétiques Italia, Giugno/ Luglio 2023 .

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