Estetica

Manager del passato

Quando ero piccola, quasi tutti i sabati andavo a dormire a casa di nonna Vincenza. Ora sono passati più di trent’anni ma se chiudo gli occhi riesco ancora a sentire lo scoppiettio della legna al risveglio domenicale e l’odore pungente del soffritto preparato dalla nonna per il ragù alla campidanese.

Lei si svegliava prima che il gallo cantasse e, dopo aver ringraziato la sua amata Madonnina, si occupava con straordinaria velocità delle faccende di casa, delle piante, dell’orto e del pollaio.  Ma il suo lavoro non si limitava solo a questo. Nella sua vita, infatti, si dedicò meticolosamente anche alla vendita diretta dei prodotti nonché alla contabilità della piccola azienda famigliare, rivestendo un’importanza centrale nell’attività di mio nonno, che fu un buon allevatore.

Mia nonna è stata una delle donne più metodiche, ma anche lungimiranti, che io abbia mai conosciuto. Era piuttosto semplice memorizzare in poco tempo le sue azioni ricorrenti, perché collocava i diversi incarichi in fasce orarie prestabilite, svolgendo le sue mansioni con precisione svizzera, curandone ogni singolo dettaglio e portando sempre tutto a compimento.

Non rimandava nulla: agiva piuttosto con largo anticipo.

Prima che l’Alzheimer la tradisse, ebbe sempre una memoria di ferro, benché di essa non si sia mai fidata ciecamente. A ricordare gli eventi da festeggiare ci pensava il calendario solare, appeso accanto alla credenza, dove lei era solita annotare compleanni e anniversari; per tutto il resto, possedeva un registro, una sorta di diario di bordo dove, con una splendida calligrafia, segnava quotidianamente i costi sostenuti e quelli da sostenere, i ricavi e le varie ed eventuali.

A modo suo, realizzò inconsapevolmente per anni e anni svariate attività che oggigiorno, in un’azienda ben strutturata, sono appannaggio di più figure professionali: faceva quadrare i conti, curava i rapporti con gli acquirenti, vendeva, preparava budget e definiva gli obiettivi del giorno, del mese e dell’anno. Tutto ciò, attraverso un metodo preciso e infallibile.

Madre di otto figli, cresciuti in gran parte da sola, essendo stato mio nonno quasi sempre fuori casa, impose le sue regole con grande autorevolezza. È stata a suo modo una grande leader: severa ed inflessibile ma dotata di grande generosità, di rispetto e amore verso gli altri e di grande senso dell’umorismo. Nella sua “azienda” i mattoncini del progetto erano ben chiari così come la strategia da adottare ed i relativi piani d’azione.

Ogniqualvolta mi sia capitato di leggere di gestione d’impresa e di sviluppo manageriale o abbia osservato da vicino il lavoro di grandi imprenditori o abbia io stessa intrapreso dei percorsi formativi specifici, ho identificato nei requisiti fondamentali per diventare una manager di successo ciò che nonna Vincenza possedeva.

  1. Pianificazione
  2. Organizzazione
  3. Guida
  4. Controllo
  5. Leadership

La mia collega e amica Ivana Bongiolo, esperta in marketing e management aziendale, mi ha insegnato che prima di costruire, di pianificare fondamenta, ideare strategie e delineare soluzioni, bisogna anzitutto avere un quadro preciso e completo del terreno in cui le idee dovranno germogliare.

Occorre avere una direzione precisa, una scala di priorità, senza sacrificare gli obiettivi parziali per inseguire solo quelli di alto livello.

Occorre svolgere in modo sistematico le proprie attività, osservando determinate regole, senza disertare.

Occorre puntare in alto, stando con i piedi per terra.

Questi sono alcuni dei passi da percorrere per realizzare un proprio progetto. Questo è ciò che consiglio a tutte le mie allieve che hanno un Istituto o desiderano intraprendere la loro attività nel settore Beauty. In questo senso, formarsi continuamente e prendere esempio non solo dai grandi, ma anche da persone umili col cuore saldo ed il coraggio di un leone, possono darci degli ottimi spunti per lavorare bene e lasciare un’impronta indelebile.

Su mia nonna voglio aggiungere un’ultima cosa. Ebbe per tutta la vita un’opinione limitante di sé: quella di essere brutta. Non era vero!

Oltre ad un’ottima manager, è stata anche una bella donna!

 

 

La nonna in uno scatto del 1941

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