Pillole

Come creare un team motivato per il tuo centro estetico?

L'immagine mostra la founder di About Aesthetics Ilaria Mereu mentre fa una consulenza presso un centro estetico.

Ecco i motivi per cui apprendere imitando gli altri non basta: per creare un team affiatato e motivato ci vuole metodo, ambizione e motivazione.

Creare un ambiente di lavoro che sia il più sereno possibile è una strategia assolutamente vincente per il proprio istituto. Ma oltre che un ambiente di lavoro sereno, è necessario creare un team che sia coeso, affiatato e motivato.

Uno dei principali scogli però che tanti istituti si trovano a dover superare è quello dello sforzo mentale di dover organizzare e mettere per iscritto ciò che si è sempre fatto con inconsapevolezza, anche in modo performante. Ma perché questo accade? 

Molto spesso ci si trova davanti a realtà in cui i servizi dell’istituto vengono proposti con efficacia, ma senza metodo. Questo significa che l’unica possibilità che una collaboratrice ha di imparare a proporre prodotti o servizi sta nell’imitazione di chi “ce l’ha fatta”. 

Ma questo quanto è durevole? È funzionale per una professionista, oppure non fa altro che creare dipendenza da un unico modello, il quale a volte per questioni di personalità, nemmeno ci rispecchia?

L’apprendimento imitativo vs il Growth Mindset nella creazione di un team affiatato e motivato 

Ebbene, l’apprendimento imitativo, è uno dei tanti modi che l’individuo ha di apprendere, economico, perché richiede poca fatica, dal momento che dà la possibilità di osservare non solo i comportamenti da apprendere, ma anche le conseguenze che ne derivano.

Lo psicologo canadese Albert Bandura ne parla come “La componente fondamentale che caratterizza l’emulazione di modelli”. Vi ricorda qualcosa? Esatto, l’apprendimento dei bambini

Tutti noi siamo inevitabilmente caratterizzati da modelli da cui abbiamo anche appreso comportamenti fondamentali per la nostra sopravvivenza, ma nei quali spesso, raggiunta l’età adulta, non ci riconosciamo.

Dunque le domande sono queste: l’ambizione è quella di costruire uno staff a immagine e somiglianza? Oppure quella di avere un gruppo eterogeneo accomunato da un unico fine, ossia l’evoluzione della propria professione e attività?

Sappiate che nel primo caso, questo potrebbe, in tutta probabilità, avere un effetto rebound: prima o poi le persone con cui lavorate si renderanno conto di aver solo “imitato qualcun altro” senza riconoscersi in ciò che fanno.

Nel secondo caso, quello più lungo e complesso da realizzare, costruirete un team eterogeneo ma durevole, dove ognuno sente e riconosce la responsabilità del ruolo ricoperto. Perché la responsabilità nasce dal fare, dal progettare e dal sentire di poter avere spazio di manovra in autonomia (ovviamente disciplinato). 

Bisogna quindi imparare, crescere e aprirsi sempre a nuove possibilità. Questo è possibile farlo adottando quella mentalità comunemente chiamata “growth mindset”, ossia quell’atteggiamento mentale in grado di accogliere le sfide e guardare ai fallimenti come un trampolino di lancio per la propria crescita personale. E comprendere completamente se stessi aiuta anche a farci capire meglio il prossimo. 

Ecco perché il “growth mindset” è una componente fondamentale nella formazione di un team affiatato ed eterogeneo. Perché permette di responsabilizzare il proprio team delegando con cognizione di causa e con fiducia, instillando nelle persone la motivazione a pensare strategicamente, abituandole al problem solving e alla comunicazione efficace. Tutto questo senza dover imitare ma reinventandosi, ricercando una propria chiave personale all’approccio con il cliente, che deve essere metodicizzato e replicato, ma anche rivestito con una propria chiave interpretativa.

Credo con grande convinzione nei team eterogenei, dove si dà spazio all’espressione di tutti, purché l’obiettivo sia chiaro e comune: crescere insieme, confrontarsi e affermarsi, come team, ma anche come individui.

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