Salute

La memoria olfattiva

Gli oli essenziali sono stati oggetto della mia tesi di laurea in Scienze e Tecnologie Erboristiche. Mi ha sempre affascinato il mondo degli odoranti (composti volatili all’interno degli oli essenziali), per questo ho deciso di dedicare loro questo progetto. In questo piccolo estratto, vi racconto la memoria olfattiva, preziosa fin dal grembo materno, capace di influenzare stati d’animo, emozioni e ricordi.

Gli oli essenziali sono sinergie di diversi componenti, in cui la maggior parte delle molecole presenti appartiene alla classe dei terpeni. Molto spesso ci si chiede quale sia il ruolo effettivo di queste sostanze all’interno dell’organismo vegetale, ma la domanda non trova ancora una risposta precisa.

Gli oli essenziali sono prodotti dal metabolismo dell’organismo vegetale, in particolare sono metaboliti secondari e possono avere differenti ruoli nella pianta, quali:

– semplici metaboliti;

– prodotti di escrezione;

– come ferormoni affinché possano attrarre diversi tipi di insetti per svariate ragioni. Per esempio, dalle foglie di gelso trasuda un olio essenziale dall’odore caratteristico, che è attrattivo nei confronti del baco da seta. Molti fiori producono sostanze in grado di attirare gli impollinatori;

– azione repellente contro gli insetti;

– azione repellente contro altri predatori;

– impedire la crescita di altre specie vicine a loro, in modo da non essere “soppresse”.

Grazie al loro caratteristico aroma e alla capacità volatile delle loro molecole di riferimento, gli oli essenziali possono svolgere diverse funzioni per l’organismo umano.

Interazione con la barriera ematoencefalica e recettori cerebrali

Essendo sostanze molto piccole e leggere, le molecole contenute negli oli essenziali, in particolare i terpeni, riescono ad attraversare con facilità la membrana ematoencefalica.  Proprio per questo sono impiegati nella terapia di disturbi cognitivi, della memoria o dell’umore.

Le sostanze odorose sono anche in grado di legarsi a diversi tipi di recettori cerebrali e questo suggerisce che queste interazioni, tra odorante-recettore, sono responsabili degli effetti psicoattivi delle sostanze aromatiche negli esperimenti animali.

Purtroppo, risulta molto difficile capire il meccanismo d’azione farmacologico dei componenti contenuti negli oli essenziali. Questo perché la complessità che lega il sistema olfattivo al sistema nervoso non è stata ancora del tutto risolta.

Infatti, si parla spesso di meccanismo quasi-farmacologico, poiché le concentrazioni di queste sostanze, che entrano sotto forma di molecole volatili, sono molto più basse rispetto a quelle somministrate nei modelli farmacologici tradizionali, di conseguenza anche il loro effetto risulterà ridotto.

Memoria olfattiva

Strutture cerebrali quali amigdala e ippocampo sono implicate nei processi di memorizzazione, ma allo stesso modo sono strettamente connesse a strutture che elaborano l’informazione olfattiva. Questo rappresenta il motivo principale per cui la percezione di un odore è in grado di evocare dei ricordi, anche più di quanto possa farlo un’immagine o una parola.

La memoria associata ad un odore inizia molto presto: per esempio, il cibo mangiato da una madre in gravidanza può influenzare gli odori che piaceranno al bambino. Si pensi ancora a quanto può essere inimitabile l’odore di casa. Ogniqualvolta ci sentiamo sicuri e tranquilli in un ambiente, questa piacevole sensazione rimanda alla memoria il riconoscimento di un ambiente famigliare e in questo ruolo la memoria olfattiva è insuperabile.

L’amigdala, la corteccia orbitofrontale e l’ippocampo sono coinvolti nell’evocazione di un’emozione o nel risveglio di un ricordo alla percezione di un odore. In particolare, quando un evento significativo viene associato ad un odore, soprattutto se quest’ultimo non era stato mai sentito prima, questa nuova associazione viene immagazzinata nella memoria.

Esattamente come avviene per la memoria visiva e uditiva, anche quella olfattiva è influenzata dall’apprendimento, la familiarità, la similarità degli stimoli percepiti in precedenza e la risposta a quelli nuovi avviene in relazione a quelli passati.

La particolarità che più caratterizza la memoria olfattiva è la vividezza con cui i vecchi ricordi vengono riportati alla mente.

Per questo, al contrario di altri modi di apprendimento, il legame tra un evento ed un odore è caratterizzato da un’inibizione proattiva, ovvero la prima associazione viene “protetta” e quelle nuove in qualche modo inibite. Quell’odore ci rimanderà sempre ad un particolare ricordo.

La memoria olfattiva è in grado di resistere anche a stati di amnesia molto profondi, questo perché la codifica e la percezione di un odore è sicuramente più contestualizzata rispetto ad uno stimolo uditivo o visivo. Infatti, i percorsi olfattivi arrivano a molte strutture corticali e subcorticali, che a loro volta hanno connessioni con altre zone della corteccia ed in particolare zone di associazione.

La memoria olfattiva dunque risulta essere utile anche nel trattamento di disturbi dell’apprendimento, fenomeni amnesiaci o demenza, in questo risultano essere davvero efficaci gli oli essenziali, in particolare di Salvia, Rosmarino e Lavanda.

 

Ti potrebbe anche piacere

Nessun Commento

    Lascia una risposta